La tecnologia IPTV nel futuro della TV
Di nicolettaDopo aver superato l’era analogica a favore del digitale, la moderna fruizione TV sembra proseguire la sua corsa verso un uso diffuso della tecnologia IPTV nelle sue molteplici possibilità, rispondendo alla richiesta di interattività, ampliamento dei contenuti e perfezionamento della qualità delle immagini. Condizione necessaria per fare parte di questo trend positivo è una rete a banda larga adeguatamente diffusa nel territorio nazionale, efficiente e non troppo onerosa.
La situazione italiana è in questo senso problematica: se tralasciamo Cubovision, supportata dalla leadership di Telecom Italia, gli insuccessi di Tiscali TV, Infostrada TV e Fastweb TV rivelano in modo piuttosto chiaro le conseguenze della scarsa accessibilità alla banda larga e il persistere di ampi margini di digital divide nel nostro Paese. Nonostante streaming e on demand richiamino anche in Italia attenzione e investimenti verso offerte delle pay TV nostrane come Premium Play e Sky Go, almeno per il momento sarà soprattutto l’estero a portare avanti la rivoluzione a favore di servizi IPTV liberi dai sistemi di broadcasting tradizionali.
Un’indagine internazionale su 97 Paesi promossa da Digital TV Research prevede infatti, entro la fine del 2018, 167 milioni di abitazioni nel mondo abbonate all’IPTV (erano 13 milioni nel 2008 e 69 milioni nel 2012) e il 73% dei nuovi abbonati apparterrà all’area asiatica e del Pacifico, che andrà così a coprire il 64% del mercato globale. Cina, USA, Francia, Corea del Sud e Russia nei prossimi 5 anni si confermeranno (o nel caso della Russia entreranno) ai primi posti per grado di penetrazione del servizio.
Daniela Dall’Alba
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